giovedì 7 novembre 2013

Recensione: "Chesil Beach" di Ian McEwan





Titolo: Chesil Beach
Autore: Ian McEwan
Prezzo: 15,50€
Pagine: 136
Data di pubblicazione: Novembre 2007
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Scheda aNobii del libro: 
Voto in stelline: 3 stelline e 1/2






Trama:

In Inghilterra, secondo Philip Larkin, "i rapporti sessuali incominciarono nel millenovecentosessantatré", "tra la fine del bando a "Lady Chatterley" e il primo ellepi dei Beatles". La giovane coppia protagonista del nuovo romanzo di Ian McEwan patisce invece gli ultimi fuochi di un clima diffuso di repressione sessuale. La prima notte di nozze, e prima esperienza sessuale per entrambi, scocca infatti alla vigilia di quell'"annus mirabilis". Tutto avviene in appena due ore, in un antiquato hotel vicino alla celebre spiaggia di ciottoli di Chesil Beach. I due sposi stanno cenando in camera, ma già pensano a quello che accadrà più tardi. Edward è un ragazzo di provincia laureato in storia, indeciso se continuare la carriera accademica o lavorare nell'azienda del padre della sposa. Finalmente farà l'amore con Florence: è piuttosto nervoso e sa, per sentito dire, che deve cercare di controllarsi per non concludere troppo in fretta. Florence prova una profonda repulsione per il sesso, un misto di opprimente solitudine e vergogna; ma è ben attenta a mantenere le apparenze di un matrimonio felice e perfetto, ansiosa di non deludere Edward. Ma quello che succederà di lì a poco segnerà per sempre il destino di entrambi...


cosa penso del libro:

Quando ci si accosta ad un romanzo di Ian McEwan bisogna tenere in conto il fatto che, benché appaia sottile, non sarà una lettura veloce e immediata, ma che ogni pagina necessiterà di essere letta con attenzione, assimilata lentamente e ponderata con scrupolo. 
Il romanzo racconta della prima notte di nozze di una coppia di ragazzi nell'Inghilterra del 1962 e anche se il fatto narrato, il cuore della storia, si compie in appena mezz'ora, McEwan si muove agilmente nel passato dei personaggi e ripercorre con dovizia di particolari le vite dei suoi protagonisti raccontandone l'infanzia, l'incontro fortunoso e il breve fidanzamento in maniera estremamente chiara e approfondita.
Tutti questi antefatti, che un altro autore forse non avrebbe ritenuto importanti, sono invece fondamentali per entrare in empatia con Florence ed Edward, per comprendere le loro aspettative e le loro paure e capire come si sono preparati a questa prima notte insieme, alla quale sono arrivati entrambi vergini.
I ragazzi si amano molto, ma di un amore superficiale. Non che il loro amore non sia sincero, tuttavia i protagonisti vivono in un'epoca di repressione non solo sessuale, ma anche dei sentimenti, ragion per cui, per pudore, non hanno mai condiviso i loro pensieri ed emozioni e sono arrivati al matrimonio senza conoscersi veramente e nell'illusione che il rito religioso possa appianare ogni contrasto.
Durante la mezz'ora fatale i protagonisti sono coinvolti in un valzer stonato, il punto di vista si sposta da uno all'altro intanto che la narrazione procede e ben presto ci si rende conto di quanto siano distanti e scoordinati, ciascuno dei due immerso nei propri pensieri che nulla hanno a che fare con quelli dell'altro. Quando finalmente i sentimenti affiorano in superficie lo fanno con una forza tale da risultare incontenibili, straripano e spazzano via tutto quello che incontrano, la ragione e il buon senso non vengono più ascoltati e tutto quello che conta è prevaricare l'altro, umiliarlo.
E' questa la parte del romanzo che più mi ha turbata. L'idea che un solo avvenimento, una sola decisione presa con impulsività, possa rovinare una vita mi spaventa moltissimo e McEwan riesce, ancora una volta, a dare sostanza ad una paura, renderla concreta e plausibile. Il potere del talento allo stato puro.
Mi consolo ripensando alle prime pagine del romanzo, a quando l'autore racconta come una serie di coincidenze faccia incontrare i due protagonisti. Il loro destino sembra compiersi per magia e credo che mi focalizzerò su questo avvenimento quando ripenserò al romanzo.
In ogni caso lo consiglio vivamente, crudele, intenso e imperdibile.


Voi lo avete letto?
Quali sensazioni vi ha lasciato?
Ciao!
Fede

6 commenti:

  1. Io con McEwan, forse te l'avrò già detto, non avevo avuto un buon approccio. Espiazione non mi aveva esaltata come invece per la maggior parte dei lettori e Lettera a Berlino mi aveva proprio annoiata.
    Invece mi sono imbattuta in Chesil Beach e ho finalmente cambiato idea sull'autore. Non sarà un romanzo dal tema piacevole e contagioso, ma ho apprezzato tantissimo l'idea, lo stile, i personaggi. Tutto. Mi sono riconciliata con lui :)

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  2. Grazie per questa bella recensione. Neanche io ho un rapporto meraviglioso con McEwan: dopo Espiazione, che ho amato molto, ho faticato a trovare un suo libro che mi piacesse.
    Questo libro lo leggerò, mi hai incuriosita.

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  3. mmm... interessante e bellissima recensione! Devo assolutamente comprare qualcosa di McEwan :)

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  4. Io l'ho letto (era mio mio terzo McEwan) ma non mi è piaciuto affatto. Mi ha proprio annoiata. Da lì in poi, con immenso dispiacere, ho abbandonato l'autore...

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  5. Rispondo a tutti insieme dato che altrimenti mi ritroverei a ripetere la stessa cosa 4 volta :D

    McEwan non è facile da leggere sia perché è sempre prodigo di dettagli sia perché i suoi libri hanno poco in comune l'uno con l'altro e si corre seriamente il rischio di comprarlo sulla fiducia e ritrovarsi tra le mani un libro incentrato su un argomento che non interessa per niente! Infatti penso che sia l'unico autore che mi piace di cui non mi fido "a priori" ma prima leggo per bene la trama e valuto se l'argomento sia di mio gusto, dato che do per scontato che lo svolgimento sarà pesantuccio anche se stilisticamente sublime. Ma se l'argomento annoia la forma non basta, c'è poco da fare!!!

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  6. Concordo assolutamente col primo paragrafo che hai scritto: i libri di McEwan, anche quando sono brevi, non sono mai "veloci".

    Questo titolo in particolare mi manca, ma lo recupererò sicuramente (come tutti gli altri libri di McEwan). In più, il tuo post mi ha particolarmente incuriosita: anche io ogni tanto provo il timore delle conseguenze che una singola scelta può avere.

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