martedì 2 aprile 2013

Recensione: "L'ereditiera americana" di Daisy Goodwin






Titolo: L'ereditiera americana
Autore: Daisy Goodwin
Prezzo: 19,50€
Pagine: 462
Data di pubblicazione: Marzo 2013
Editore: Sonzogno
Scheda aNobii del libro: 
Voto in stelline: 4 stelline 1/2






Trama:

Siamo nei mitici anni Novanta del diciannovesimo secolo. Per la sera del ballo in maschera di Cora Cash niente è stato lasciato al caso. Splendida, determinata e scandalosamente ricca, Cora è quanto di più simile a una principessa si possa trovare nell'alta società newyorkese. Sua madre ha architettato per lei un debutto che promette di essere il più sfavillante del decennio. Subito dopo il ballo, Cora andrà in Europa, con l'implacabile madre a farle da scorta, per procacciarsi un titolo nobiliare. L'Inghilterra pullula di aristocratici caduti in disgrazia che fanno la fila per corteggiare le ereditiere americane, senza badare all'origine a volte umile del loro patrimonio. Cora appare immediatamente meravigliosa agli occhi della società inglese. Ma l'aristocrazia è un reame pieno di regole arcane e di trappole, dove non è facile trovare chi accolga a braccia aperte una straniera facoltosa. Quando s'innamora perdutamente di un uomo che conosce appena, Cora si rende immediatamente conto di prendere ormai parte a un gioco che non capisce fino in fondo. E dovrà fare in fretta per armare il proprio candore con un pizzico di malizia, che la trasformerà dall'ereditiera ricca e viziata di un tempo in una donna dal carattere forte e risoluto.


cosa penso del libro:

"L'ereditiera americana", romanzo d'esordio di Daisy Goodwin, racconta la storia di Cora, una ragazza americana bella, intelligente e infinitamente ricca. Il sogno di sua madre è conquistare un titolo nobiliare per la sua famiglia e quindi portare la sua unica figlia in Europa per darla in sposa a un qualsiasi aristocratico la cui fortuna si sia dissipata nel corso dei secoli, il massimo sarebbe un Principe ma la signora Cash sarebbe disposta anche ad accontentarsi di un Duca. Il contratto matrimoniale sarebbe conveniente per entrambe le parti: i Cash otterrebbero il prestigio e il lascia passare nell'alta società che pensano di meritare e il fortunato sposo otterrebbe infinite sostanze per rimettere in sesto i suoi possedimenti.
Dal canto suo Cora non vede l'ora di essere liberata dalla madre, dispotica e invadente, il matrimonio sarebbe una liberazione e sa bene che nessuno può competere con lei per eleganza e grazia, neppure alla Corte Reale.
Così descritta la protagonista potrebbe sembrare una ragazza presuntuosa e altezzosa, in realtà Cora è solo una tipica ragazza americana, sicura di sé, di quello che vuole, e capacissima di prenderselo. Di certo è viziata e crede che tutto possa essere comprato, ma non lo pensa per cattiveria ma solo perché così è stato per tutta la sua vita, non conosce altri modi di comportarsi.
Chi pensa che il libro racconti solo della ricerca del marito più altolocato per Cora, però, si sbaglia di grosso! Il matrimonio è solo l'inizio delle gioie e dei dolori della protagonista.
Infatti Cora scopre ben presto quanto sia difficile dimostrare di meritare il titolo che ha conquistato con il matrimonio, quanto tutti stiano ad osservarla aspettando un suo passo falso per poterla criticare ed escludere.
L'autrice è bravissima a mettere in evidenza le differenze sostanziali che incorrono tra la borghesia americana e l'aristocrazia inglese, due categorie di privilegiati convinte delle propria superiorità.
Le descrizioni dei rituali, delle feste e dei vestiti, sono magistrali e molto evocative. Il fatto che la protagonista sia americana aggiunge un tocco originale alla storia, infatti il suo punto di vista è più vicino a quello dei lettori:  Cora mantiene un atteggiamento rispettoso nei confronti della cerimoniosità dell'epoca ma al contempo il suo spirito si mantiene genuino e a volte cede all'istinto, a discapito della forma, cosa che un aristocratico inglese non farebbe mai.
Non è solo il bel ritratto di un'epoca affascinante a rendere il romanzo interessante e consigliabile, anche la trama è capace di calamitare l'attenzione del lettore. "L'ereditiera americana" non è solo una storia d'amore, è anche una storia di lotta per la supremazia, una storia di tradimenti, di misteri legati al passato, di sensi di colpa che non abbandonano e logorano l'esistenza.
Il romanzo è disseminato di indizi che cercano dovrebbero dissipare i dubbi del lettore, ma a volte sembrano contraddirsi e così tutte le certezze crollano miserevolmente. 
Il dubbio più grande, che mi ha perseguitata per tutta la lettura è stato: ma il marito di Cora l'ha spostata per amore o solo per i suoi soldi? Potrebbe sembrare facile rispondere ma vi assicuro che non lo è! Penso di aver cambiato opinione una ventina di volte nel corso della lettura e l'autrice è stata bravissima a mantener vivo l'interesse senza però svelare tutte le sue carte fino all'ultimo capitolo.
Il mio entusiasmo per questo romanzo è grandissimo, mi è piaciuto e mi ha convinta totalmente, tuttavia non posso dire che sia perfetto. Purtroppo la traduzione presenta delle lacune: ho trovato intere frasi, seppur brevi, che non avevano il minimo senso logico neppure alla terza o quarta rilettura. Temo siano il risultato di una traduzione affrettata, così come lo sono i numerosi congiuntivi sbagliati e le ripetizioni.
Inoltre ho notato delle leggerezze dell'autrice, che avrebbe potuto migliorare ancora alcuni particolari che non convincono. Ad esempio a pagina 300 circa la si scopre che la protagonista è miope. L'ho trovata un'idea geniale, tuttavia non ho capito perchè il difetto visivo di Cora, che da quel momento in poi compare molte volte e, ovviamente, le impedisce di riconoscere gli oggetti e le persone troppo distanti, nella prima parte del libro non venga mai nominato. Eppure anche nelle prime 300 pagine la protagonista deve guardare cose distanti, di tanto in tanto, perchè non si lamenta mai di non riuscire a distinguerle?
Ecco questa cosa non l'ho capita e mi ha lasciata contrariata.
Sorvolando su questi dettagli (sono molto pignola di questi tempi) il romanzo è davvero bello, supera tutte le mie aspettative, mi ha divertita, intrattenuta e soddisfatta. Bello.


Giudizio finale espresso con una bocca affamata:

Possiedo una collezione di bocche abbastanza vasta, non so neanche spiegarmi in perchè, semplicemente mi piacevano e le ho salvate in una cartella. Comunque dato che, com'è ovvio, non ho mai avuto occasione di utilizzarle, ma le trovo tutt'ora molto belle ed espressive, ho pensato che potessero tornar utili per sintetizzare il mio pensiero sul singolo libro. Ci provo!
La bocca adatta a "L'ereditiera americana" è questa:


E' stato bello leggere dell'intraprendente Cora alla conquista della nobiltà inglese, per avere la sua coroncina però deve imparare a gestire sorrisi di circostanza e complimenti che suonano tanto come insulti mascherati.
In un mondo dove la forma è tutto, dove l'attenzione ai dettagli che parrebbero inutili è invece la sola cosa che conta, Cora riesce a rimanere se stessa e a brillare. Lei è una ventata di novità dal Nuovo Mondo, ed è inarrestabile.


Dunque che ne pensate? Vi ha incuriositi questa mia recensione?
Spero di sì perchè il libro è imperdibile per coloro che amano il genere.
Bello bello bello!
Mi senti fortunata.
Ciao!

4 commenti:

  1. Mannaggia, ora mi sto davvero pentendo di non averlo richiesto. E costa tanto. E mi hai fatto venire la voglia nonostante gli errori di traduzioni e la miopia tardiva :D
    subito in wish list!

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  2. Ciao, volevo avvisarti che sul mio blog c'è un piccolo premio per te .
    Passa quando vuoi ^^
    http://booksofclaire.blogspot.it/2013/04/un-bel-premio-per-il-blog.html
    Ciao

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