Titolo: Acqua agli elefanti
Titolo originale: Water for Elephants
Autore: Sara Gruen
Prezzo: 9,00€
Pagine: 363
Data di pubblicazione: 2006
Editore: BEAT
Scheda aNobii del libro: ❤
Voto: 4 stelline abbondanti
Voto: 4 stelline abbondanti
Trama:
Sono gli anni Trenta negli Stati Uniti, l'epoca della Grande Depressione, la più grave crisi mai vissuta dalla nazione americana. Sono anche gli anni, però, in cui ha inizio una singolare "grandeur": quella dei circhi itineranti che attraversano in lungo e in largo il paese col loro strabiliante carico di donne-cannone, nani, mostri e animali esotici. In uno di questi circhi capita un giorno Jacob, studente di veterinaria in fuga da tutto e da tutti dopo l'improvvisa morte dei genitori. In quel bizzarro mondo, Jacob se ne starebbe tranquillamente al suo posto se due seducenti figure non lo turbassero profondamente: un turbamento pericoloso, visto che le due figure (di cui la seconda è un'elefantessa) sono in balia del sadico direttore, prime vittime della sua gelosia, dei suoi instabili umori e della sua inarrestabile violenza.
cosa penso del libro:
Ricorderò per sempre l'Aprile 2012 come il mese del circo. Infatti dopo la meravigliosa esperienza che è stata leggere "Il circo della notte" di Erin Morgenstern, mi sono avvicinata a questo romanzo con un po' di timore, ma la magia del circo ha di nuovo sortito il suo effetto.
Ancora una volta siamo nell'America degli anno '30 e l'azione si svolge nel contesto di un circo su rotaie, ma questa volta è tutto reale, non ci sono incantesimi a rendere lo spettacolo indimenticabile e a montare e smontare i tendoni: tutto viene fatto da uomini veri, con fatica, sudore e dolore. La storia viene narrata dal veterinario del circo, ormai anziano e rinchiuso in ospizio e sull'orlo della depressione perchè sente di aver perso la propria dignità di essere umano. Egli tenta di rivivere attraverso i ricordi il periodo più emozionante e importante della sua vita, il periodo che l'ha reso l'uomo che è, ovvero i suoi primi mesi nel circo dei fratelli Benzini.
In questo romanzo il circo è protagonista, ma non tanto per quanto riguarda i numeri degli artisti e gli intrattenimenti, che sono solo accennati, quanto per il contesto sociale e le dinamiche interne ad un ambiente del genere in quegli anni. Si parla di maltrattamenti sugli animali che non rendono, ma anche del fatto che gli stessi animali valgono più degli esseri umani agli occhi del padrone. Si parla di violenza psicologica sulle donne, delle angherie e dei soprusi che gli operai devono sopportare per assicurarsi qualcosa da mangiare e di non essere allontanati con la forza dal treno che trasporta il circo.
La trama è densa di aneddoti interessanti sulla storia del circo in America durante il periodo della Grande Depressione, e sulla vita nel circo in generale, tutte cose realmente accadute secondo le testimonianze, come spiega la stessa Sara Gruen nella sua postfazione al libro. Anche se, come ammette lei stessa, quando si parla del circo, a volte le leggende scalzano la realtà.
In questo romanzo si trova anche il tempo per parlare d'amore. La storia per fortuna non è troppo sdolcinata, i protagonisti si piacciono dal primo momento ma la situazione si sviluppa in maniera graduata e naturale, per me che non amo i romance è comunque stato piacevole leggere di questo sentimento così contrastato dalle circostanze.
Il libro è costruito in maniera particolare, ovvero inizia con il finale e poi pian piano il narratore ricostruisce gli eventi che hanno portato a quel momento. Anche se per ovvie ragioni viene a mancare l'effetto sorpresa, io sono comunque rimasta stupita e soddisfatta da come si sono svolti i fatti. Lo stile dell'autrice è lineare e piacevole. L'unica pecca che ho riscontrato è che ha scelto di narrare la storia da un punto di vista maschile e, essendo lei una donna, spesso ho avuto la sensazione che esasperasse eccessivamente certi pensieri e azioni perdendo di naturalezza.
Giudizio finale espresso con una bocca affamata:
Ancora una volta siamo nell'America degli anno '30 e l'azione si svolge nel contesto di un circo su rotaie, ma questa volta è tutto reale, non ci sono incantesimi a rendere lo spettacolo indimenticabile e a montare e smontare i tendoni: tutto viene fatto da uomini veri, con fatica, sudore e dolore. La storia viene narrata dal veterinario del circo, ormai anziano e rinchiuso in ospizio e sull'orlo della depressione perchè sente di aver perso la propria dignità di essere umano. Egli tenta di rivivere attraverso i ricordi il periodo più emozionante e importante della sua vita, il periodo che l'ha reso l'uomo che è, ovvero i suoi primi mesi nel circo dei fratelli Benzini.
In questo romanzo il circo è protagonista, ma non tanto per quanto riguarda i numeri degli artisti e gli intrattenimenti, che sono solo accennati, quanto per il contesto sociale e le dinamiche interne ad un ambiente del genere in quegli anni. Si parla di maltrattamenti sugli animali che non rendono, ma anche del fatto che gli stessi animali valgono più degli esseri umani agli occhi del padrone. Si parla di violenza psicologica sulle donne, delle angherie e dei soprusi che gli operai devono sopportare per assicurarsi qualcosa da mangiare e di non essere allontanati con la forza dal treno che trasporta il circo.
La trama è densa di aneddoti interessanti sulla storia del circo in America durante il periodo della Grande Depressione, e sulla vita nel circo in generale, tutte cose realmente accadute secondo le testimonianze, come spiega la stessa Sara Gruen nella sua postfazione al libro. Anche se, come ammette lei stessa, quando si parla del circo, a volte le leggende scalzano la realtà.
In questo romanzo si trova anche il tempo per parlare d'amore. La storia per fortuna non è troppo sdolcinata, i protagonisti si piacciono dal primo momento ma la situazione si sviluppa in maniera graduata e naturale, per me che non amo i romance è comunque stato piacevole leggere di questo sentimento così contrastato dalle circostanze.
Il libro è costruito in maniera particolare, ovvero inizia con il finale e poi pian piano il narratore ricostruisce gli eventi che hanno portato a quel momento. Anche se per ovvie ragioni viene a mancare l'effetto sorpresa, io sono comunque rimasta stupita e soddisfatta da come si sono svolti i fatti. Lo stile dell'autrice è lineare e piacevole. L'unica pecca che ho riscontrato è che ha scelto di narrare la storia da un punto di vista maschile e, essendo lei una donna, spesso ho avuto la sensazione che esasperasse eccessivamente certi pensieri e azioni perdendo di naturalezza.
Giudizio finale espresso con una bocca affamata:
Possiedo una collezione di bocche abbastanza vasta, non so neanche spiegarmi in perchè, semplicemente mi piacevano e le ho salvate in una cartella. Comunque dato che, com'è ovvio, non ho mai avuto occasione di utilizzarle, ma le trovo tutt'ora molto belle ed espressive, ho pensato che potessero tornar utili per sintetizzare il mio pensiero sul singolo libro. Ci provo!
La bocca adatta a "Acqua agli elefanti" è questa:
C'è un misto di bellezza e malinconia in questa foto, proprio come nel libro. All'apparenza è tutto bello e rilassato, ma dietro i sorrisi finti ci sono rassegnazione e tristezza. Lo spettacolo deve continuare, facciamoci belli per il pubblico.
Lo consiglio a chi è affascinato dal mondo del circo e vuole immergersi in un'ambientazione perfettamente realistica, nel bene e nel male. A chi ama l'America dell'inizio del '900, dove tutto sembrava possibile e raggiungibile. A chi cerca qualcosa di originale e mai letto prima.
"Come l'acqua per gli elefanti" cosa penso del film:
Dopo la lettura del romanzo ho deciso di vedere il film, con i ricordi ancora freschi. Il film non è male, la fotografia è eccezionale ma io, avendo letto il libro, ho notato moltissime incongruenze. Addirittura il personaggio del proprietario del circo è stato eliminato e sostituito dal marito della protagonista. Di conseguenza alcuni fatti presenti nel romanzo sono diventati illogici, per cui sono stati tagliati di netto e sostituiti da altri accadimenti del tutto inventati. Alla fine non sembra neppure la stessa storia, in tutta onestà. Penso sia un film carino per passare un paio d'ore di relax, però tutti gli spunti di riflessione e tutti gli aneddoti sono stati eliminati per cui, a fine visione, rimane ben poco.
E con questo è tutto!
Ovviamente sono curiosissima di leggere le opinioni di tutti!
Avete letto questi libri? Cosa ne pensate? Anche voi li avete in wish list?
Come sapete ho abolito le captcha, quelle fastidiose parole chiave che bisogna inserire quando si lascia un commento, quindi farmi sapere la vostra opinione non vi richiederà che pochi secondi!
Buone letture e buoni ascolti!
Fede
Buone letture e buoni ascolti!
Fede
Sembra molto carino, tant'è che ce l'ho in wishlist da qualche mese.
RispondiEliminaVisto però che ne parli molto bene, toccherà velocizzarsi nell'acquisto! :D
Bella ed originale comunque l'idea di dare il giudizio finale attraverso la foto di una bocca... mi piace! :)
Grazie, per adesso è stato facile trovare la bocca giusta. Ne ho ancora moltissime, ma quando il mucchio si rimpicciolirà probabilmente sarò in difficoltà. Ma potrò iniziare con qualche altra parte del corpo!
EliminaIl libro mi è piaciuto tantissimo l'ho divorato =p in 2 giorni.. il film pure mi è piaciuto molto poi lo so lo penserò solo io ma a me robert pattinson mi piace tantissimo come attore che come pezzo di figlio ^_^ ihihi non cambierò mai sono un caso perduto!!!
RispondiEliminaA me lui non piace per niente. Te lo lascio dai ^_^
EliminaAvevo visto il trailer del film e non sapevo fosse tratto da un libro...la tua recensione è molto interessante e quasi mi riconcilia con l'idea che ho del circo, che non sopporto e mi fa quasi paura...sarà un trauma infantile, non so...:-)
RispondiEliminanon sapevo avessi aperto un blog radiolina! Inizio a seguirti da oggi...
(sono Fragola di anobii se non si era capito)
a presto!