Titolo: L'amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Prezzo: 6,00€
Pagine: 92
Data di pubblicazione: 1988
Data di pubblicazione: 1988
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Scheda del libro: ❤
Voto in stelline: 4 stelline 1/2
Collana: Universale Economica
Scheda del libro: ❤
Voto in stelline: 4 stelline 1/2
Trama:
Due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. Questo accade nella Germania nel 1933 . . .
cosa penso del libro:
Quando mi capita di leggere un romanzo che ormai è considerato un classico, e di trovarlo bello, ho come la sensazione di aver scoperto l'acqua calda. Non credo di poter aggiungere molto a quello che è già stato scritto ma voglio comunque fissare le mie impressioni e le sensazioni che questa novella di appena 92 pagine mi ha lasciato, e che invece di affievolirsi si intensificano con il passare dei giorni, rafforzando la mia convinzione di essermi effettivamente imbattuta in un capolavoro.
Sono arrivata con un certo ritardo a questa lettura, durante la scuola dell'obbligo non mi è mai stata assegnata né consigliata e una volta cresciuta non ne ho mai sentito la mancanza. Poi mi è capitato tra le mani e ho deciso che quello era un momento come un altro per colmare una lacuna che sapevo di avere. Ed è arrivata la folgorazione.
Più che un racconto "L'amico ritrovato" è un esercizio di stile perfettamente riuscito. L'inizio è molto descrittivo, il giovane ebreo protagonista parla della sua terra, tanto bella e tanto amata, l'unica casa che lui e la sua famiglia conoscano e desiderino. Successivamente avviene l'incontro tra Hans, l'ebreo, e Konradin, l'aristocratico tedesco. La loro amicizia nasce lentamente: i due si osservano, si studiano, cercano di impressionarsi allo scopo di dimostrare di "meritarsi" a vicenda. E' facile immedesimarsi in questi protagonisti e nel loro approccio impacciato, molte amicizie adolescenziali sono nate nello stesso modo.
Quando iniziano le difficoltà per la famiglia ebrea di Hans il rapporto tra i due amici si raffredda essendo Konradin spaccato tra il desiderio di compiacere la sua famiglia filo-nazista e il dispiacere di allontanarsi dall'amico che riconosce essere un ottimo ragazzo, anche se ebreo. La delusione di Hans è palpabile, straziante.
Avvicinandosi al finale il ritmo della narrazione accelera e l'atrocità dell'Olocausto viene descritta attraverso gli occhi di tutti quei cittadini tedeschi che per via delle loro origini ebraiche si sono trasformati in ospiti sgraditi in quella che poco prima era casa loro.
Il finale è intensissimo, mentre leggevo ed elaboravo il significato di quelle parole mi sono sentita come se una corrente elettrica percorresse il mio corpo. E tutto questo dopo appena 92 pagine! Mai avrei creduto possibile un'emozione del genere se mi fosse stata raccontata. Mi ritrovo così a consigliare questo classico della letteratura a chiunque non ci si sia ancora imbattuto. E' imperdibile.
Voi lo avete letto? Che impressione vi ha lasciato?
Aspetto i vostri pareri!
Ciao
Fede
Più che un racconto "L'amico ritrovato" è un esercizio di stile perfettamente riuscito. L'inizio è molto descrittivo, il giovane ebreo protagonista parla della sua terra, tanto bella e tanto amata, l'unica casa che lui e la sua famiglia conoscano e desiderino. Successivamente avviene l'incontro tra Hans, l'ebreo, e Konradin, l'aristocratico tedesco. La loro amicizia nasce lentamente: i due si osservano, si studiano, cercano di impressionarsi allo scopo di dimostrare di "meritarsi" a vicenda. E' facile immedesimarsi in questi protagonisti e nel loro approccio impacciato, molte amicizie adolescenziali sono nate nello stesso modo.
Quando iniziano le difficoltà per la famiglia ebrea di Hans il rapporto tra i due amici si raffredda essendo Konradin spaccato tra il desiderio di compiacere la sua famiglia filo-nazista e il dispiacere di allontanarsi dall'amico che riconosce essere un ottimo ragazzo, anche se ebreo. La delusione di Hans è palpabile, straziante.
Avvicinandosi al finale il ritmo della narrazione accelera e l'atrocità dell'Olocausto viene descritta attraverso gli occhi di tutti quei cittadini tedeschi che per via delle loro origini ebraiche si sono trasformati in ospiti sgraditi in quella che poco prima era casa loro.
Il finale è intensissimo, mentre leggevo ed elaboravo il significato di quelle parole mi sono sentita come se una corrente elettrica percorresse il mio corpo. E tutto questo dopo appena 92 pagine! Mai avrei creduto possibile un'emozione del genere se mi fosse stata raccontata. Mi ritrovo così a consigliare questo classico della letteratura a chiunque non ci si sia ancora imbattuto. E' imperdibile.
Voi lo avete letto? Che impressione vi ha lasciato?
Aspetto i vostri pareri!
Ciao
Fede
Oh che meraviglia *-* questo libro l'ho letto in seconda superiore, mi era stato assegnato per le vacanze estive dalla mia professoressa di italiano insieme a "Io non ho paura". L'ho adorato, ora molte cose non le ricordo ma ricordo che mi era piaciuto molto e forse è l'unica volta in cui ho amato un libro datomi da leggere per la scuola ;)
RispondiEliminaProbabilmente se lo dovessi rileggere capirei qualcosa in più, comunque ne ho un bel ricordo :)
Credo che certe scene di questo romanzo brevissimo siano davvero indelebili, non riuscirei a cancellarne il ricordo neppure volendo. Davvero un lavoro superbo ^^
EliminaConcordo sulla forza di queste poche pagine. Ho amato moltissimo il modo in cui si racconta l'inizio della loro amicizia, l'intensità di un sentimento di fratellanza difficile da trovare. Anche il finale, come hai giustamente notato tu, è davvero forte. Ricordo rimasi ad osservare il libro per un po', dopo averlo finito, pensando alla storia al suo interno.
RispondiEliminaE molto bello
RispondiEliminama di che genere si tratta ?
RispondiEliminaSi... Non è male, però secondo me ci sono molte, moltissime descrizioni di cibi, monete greche o non so che... Era troppo noioso, l'unica parte che mi ha veramente colpito è stata la fine, molto bella, è dalla fine che si capisce il titolo (il che è fantastico!) comunque non mi ha fatto una buona impressione...
RispondiEliminaIo anche ho trovato noiosi alcuni punti MA mi ha lasciato una forte impressione il fatto che questa parte come una storia normale, quasi banale, di amicizia, e si conclude con quella che è universalmente considerata la più grande atrocità mai commessa dall'uomo (io non concordo totalmente con questa definizione dato che penso che altri uomini abbiano fatto molto di peggio, ma questa rimane comunque l'esempio di genocidio più conosciuto). E' impressionante come la vita quotidiana possa essere così sconvolta da fattori indipendenti dalla nostra volontà. Non me lo aspettavo, ma questo libricino mi ha segnata ^^
EliminaCiao, grazie per esser passata a lasciare il tuo parere!
Puzzi
RispondiEliminaAnche tu
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