sabato 14 marzo 2015

Recensione: "Questo indomito cuore" di Pearl S. Buck






Titolo: Questo indomito cuore
Autore: Pearl S. Buck
Prezzo: 16,00€
Pagine: 327
Data di pubblicazione: Marzo 2015
Edito: Sonzogno
Scheda del libro: 








Trama:

In una piccola e tranquilla città americana, negli anni Trenta, la vita procede senza sbalzi. Le ragazze vanno al circolo a divertirsi, poi si sposano. Le donne sposate stanno a casa a curare i bambini, a cucinare, a tenere in ordine. I mariti lavorano e mantengono la famiglia. Poi c'è Susan Gaylord, giovane, bella, che si distingue dalle altre: non si sa bene perché, tutti dicono che lei è diversa. In effetti ha qualcosa in più: con le sue mani sa impastare una torta deliziosa, sa cucire un vestito elegante, sa suonare il pianoforte con sensibilità. Ma soprattutto ha una passione che è solo sua: ha uno spiccato talento per modellare il marmo, per la scultura. È una vera artista. Questo dono, che fa di lei una donna in anticipo sui tempi, la pone di fronte a un classico dilemma: scegliere tra le gioie della famiglia, a cui non intende in alcun modo rinunciare, e la carriera artistica. Susan però - ecco la sua indomita aspirazione - non vuole essere costretta a scegliere Susan vuole tenere unito tutto. È con questo spirito che si getterà a capofitto - in una scommessa dall'esito incerto - nei due amori della sua vita: Mark, un modesto agente immobiliare che le assicura il calore dell'affetto domestico, e Blake, un vulcanico bohémien che le fa invece conoscere la passione. Pearl S. Buck, premio Nobel per la letteratura nel 1938, ha creato, dando vita al conflitto interiore di Susan, un'eroina dei tempi moderni. 


cosa penso del libro:

Conoscevo Pearl S. Buck per via della sua "produzione cinese". Alcuni suoi titoli ambientati in Asia, come "La buona terra", "La saggezza di madama Wu" e "le ragazze di madame Liang", si trovano da parecchio tempo nella mia lista desideri tuttavia le difficoltà nel reperimento di questi titoli e le condizioni, molto scarse, di quelli che mi è capitato di incrociare negli anni, mi hanno sempre portata a desistere dal proposito di incontrare questa vincitrice di Nobel e Pulitzer.
Quando ho saputo che la Sonzogno stava per pubblicare "Questo indomito cuore" all'interno della nuova collana "bittersweet" ho fatto i salti di gioia, ben conscia che il momento giusto per leggere Pearl S. Buck era dunque arrivato!
Purtroppo, lo ammetto subito, il colpo di fulmine che attendevo non è scoccato. Il motivo credo sia uno, e molto semplice: quando leggo io cerco sempre qualcosa di me nel protagonista del romanzo. Un atteggiamento, una passione in comune, una filosofia di vita che ci renda non proprio anime gemelle ma almeno spiriti affini, che mi permetta di entrare in sintonia con lui/lei.
Susan, la protagonista di "Questo indomito cuore", è quanto di più lontano possa esistere dalla mia persona: possiede una fonte inesauribile di energie da cui attinge a piene mani, un senso estetico altissimo e la capacità di fare qualsiasi cosa per puro istinto e senza che le sia mai stato insegnato.
Confrontarsi con questo prodigio di donna è davvero difficile ed è facile uscirne sconfitte.
La storia è ambientata in un'America in piena depressione. La massima aspirazione per una donna è sposarsi e avere dei figli, gestire la casa e far trovare sempre un pasto caldo al marito.
Per Susan tutto questo non basta, lei vuole tutto: una famiglia, ma anche coltivare il suo talento artistico e sfogare la sua voglia di creare e dar vita a statue bellissime.
Quando sposa Mark, il suo amore d'infanzia, è da subito chiaro quanto lui sia limitato e ordinario in confronto a lei. Lui si deprime e si umilia sottolineando quanto lei sia superiore, con il risultato di farla sentire inadeguata e costringerla a mortificare il suo talento e mascherare la sua diversità per non farlo sentire inadatto a lei.
Questo tipo di amore mi ha davvero avvilita dato che nessuno dei due è felice e può esprimersi davvero: in confronto provavo meno pena per le amiche delle protagonista, che non aspirando a nulla di più che quello a cui erano destinate dalla nascita erano per questo pienamente soddisfatte delle loro vite.
Ho anche trovato un tantino incoerente il modo di narrare dell'autrice in quanto da un lato la protagonista dice di fare ciò che l'istinto le suggerisce senza soffermarsi a riflettere sulle conseguenze, dall'altro a me è parso di leggere pagine e pagine di elucubrazioni di Susan riguardo al suo carattere e a quelli di tutti coloro che le sono intorno.
In conclusione ritengo che questo libro sia stato scritto da Pearl S. Buck per le donne del suo tempo, per aiutarle e spingerle a prendere in mano le loro vite e inseguire le loro passioni, senza farsi fermare dai loro uomini. Letto adesso può essere considerato un'ottimo testimonianza dei tempi che furono, ma corre il rischio di risultare un tantino noioso e ridondante.
Di sicuro vorrò leggere altro dell'autrice, magari proprio u titolo della sua produzione "cinese".


E voi? Avete letto questo libro o altri di Pearl S. Buck?
Cosa mi consigliate?
Buone letture!
Fede

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