lunedì 20 luglio 2015

Recensione: "Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri






Titolo: Fiore di fulmine
Autore: Vanessa Roggeri
Prezzo: 16,40€
Pagine: 280
Data di pubblicazione: Maggio 2015
Edito: Garzanti
Scheda del libro: 
Voto in stelline: 3 stelline







Trama:

È quasi sera, quando all'improvviso il cielo si fa livido mentre enormi nuvole nere galoppano a colorare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai visto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta la bimba è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, bidemortos, coloro che parlano con i morti, e tutti ne hanno paura. È diventata una reietta, una maledetta. Nel piccolo paese sardo non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un convento, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno torni a prenderla. Finché un giorno, una donna vestita di nero, elegante e altera, si staglia sulla soglia del convento. È Donna Trinez, una ricca viscontessa. Lei conosce la storia di Nora e sa cosa significa perdere una parte della propria anima. Per questo ha deciso di aiutarla contro tutte le superstizioni. Perché uno sguardo buono e una carezza possono far rifiorire anche un cuore ferito…
Questa è la storia di una scelta difficile che va oltre le decisioni del cuore.
È la storia del coraggio di una bambina e della forza di una donna.
È la storia di una condanna e della capacità di rinascere alla vita.


cosa penso del libro:

Si può essere innamorati di un libro ancora prima che esca in libreria? Assolutamente sì, si può, soprattutto se si è già letto e amato un altro romanzo della stessa autrice, come a me è capitato con "Il cuore selvatico del ginepro" di Vanessa Roggeri (QUI la recensione).
Leggendo le prime pagine di "Fiore di fulmine" mi sono ritrovata da subito immersa nelle stessa suggestiva ambientazione e ho avuto da subito conferma del fatto che l'autrice sa utilizzare bene le parole e la sua scrittura è avvolgente e incantatrice.
Vanessa Roggeri per dar vita alle sue storie attinge alle leggende che sono state tramandate per secoli tra gli abitanti della sua terra, la Sardegna, e questa volta la protagonista del romanzo è niente meno che una "bidemortos", una donna che vede gli spettri.
Io a dir poco adoro leggere di negromanzia per cui questo romanzo rischiava di diventare uno dei miei preferiti di sempre. Purtroppo così non è stato e questo perché ad un inizio stellare è seguita una parte centrale del romanzo a mio avviso fiacca e priva di pathos: la protagonista si trova circondata da persona che, salvo una singola eccezione, a dir poco la adorano quindi le avversità si fanno inesistenti e la storia perde mordente.
L'argomento degli spettri,  poteva dare carattere alla storia, viene momentaneamente accantonato per essere poi recuperato solo nel finale. Quest'ultimo è assolutamente adrenalinico e entusiasmante ma nel mio caso non è stato sufficiente per appassionarmi al romanzo.
Un grandissimo mistero scuote la tranquillità della protagonista ma in poche pagine si raggiunge il culmine dell'avventura e tutto si risolve. A mio parere i segreti e gli indizi sarebbero dovuti essere distribuiti con più  uniformità all'interno delle pagine del libro e non condensati tutti nelle battute conclusive del romanzo.
Quello che è mancato è un anello di congiunzione saldo e fermo tra l'inizio e la fine del romanzo, che sono entrambi ben congegnati ma tenuti insieme da una parte centrale insipida e dimenticabile.
Io so per certo che Vanessa Roggeri ha scritto di meglio e benché in questo romanzo si vede chiara l'impronta del suo talento sono costretta ad ammettere che qualcosa manca e che molto avrebbe potuto essere fatto per dare più vita e slancio alla narrazione.
Continuerò a consigliare vivamente "Il cuore selvatico del ginepro" però, a tutt'ora il suo lavoro meglio riuscito.


E voi?
Avete letto questo romanzo o pensate di farlo?
Attendo i vostri pareri, buone letture!
Fede


4 commenti:

  1. Ho letto e adorato "Il cuore selvatico del ginepro" quindi ho intenzione di leggere anche quest'ultimo romanzo della Roggeri per ritrovare atmosfere ed emozioni che la scrittrice crea con la sua prosa. Complimenti per la recensione :)

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    1. Io sono molto contenta di averlo letto, non resistevo più alla curiosità, e non vedo l'ora di leggere il prossimo! Mi rende felice sapere dell'esistenza di autori italiani di talento.

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  2. Concordo con te. Ho sentito troppo l'eco dei gotici inglesi, poco la Sardegna. Probabilmente è quello.

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    1. Ma alla fine, se non sbaglio, ti è piaciuto comunque. Io leggerò comunque anche il prossimo e quello dopo ancora, le atmosfere sono belle e il talento è palese!

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