martedì 13 gennaio 2015

Recensione: "Jayber Crow" di Wendell Berry

Ebbene no ragazzi, non sono scomparsa! Le festività mi hanno vista stra impegnata a mangiare e lavorare, poi sono partita senza riuscire a programmare neppure un post per cui il blog sembrava esser caduto in un buco nero vero? E invece no, eccomi più o meno risorta. Mi aspettano altre giornata pienissime ma spero di riuscire a recuperare molte recensioni che ho in arretrato, iniziando da quella di questo interessantissimo libro edito Lindau che mi è piaciuto anche se è mancato un po' di coinvolgimento a livello emozionale. Fatemi sapere cosa ne pensate!








Titolo: Jayber Crow
Autore: Wendell Berry
Prezzo: 24,00€
Pagine: 510
Data di pubblicazione: Marzo 2014
Edito: Lindau
Scheda del libro: 
voto in stelline: 3 stelline e 1/2







Trama:

Per oltre trent’anni Jayber Crow è stato il barbiere di Port William, un piccolo centro agricolo del Kentucky. Tutti sono passati dal suo negozio, affidandogli, insieme ai capelli e alla barba, pensieri e speranze, sogni e delusioni. Ormai anziano, ci racconta le loro vicende, e attraverso di esse la propria stessa vita. Mentre sullo sfondo scorrono gli avvenimenti della Storia – dalla crisi del ’29 alla seconda guerra mondiale, al Vietnam, agli anni ’80 – le piccole storie degli abitanti di Port William si intrecciano costruendo una trama
di forte verità umana. Evocando persone e fatti con il suo tono piano ed equilibrato, Jayber Crow ci parla di amicizia e amore, di gioia e dolore, della fede in Dio e delle trasformazioni che hanno profondamente modificato il rapporto dell’uomo con se stesso e con il mondo. In una realtà scandita dall’avvicendarsi delle stagioni e dal lento scorrere del fiume, la comunità di Port William ha infatti visto minacciati da guerre, avidità e consumo dissennato i suoi delicati equilibri ecologici, economici e umani. Lo sguardo di Jayber è sempre penetrante e sensibile, è quello di chi vuole comprendere più che giudicare e partecipa intimamente a ciò che le persone intorno a lui vivono e soffrono. In questo grande romanzo corale, che è una delle sue opere più alte, pur nell’attenzione verso il mondo tradizionale, Berry non tesse lodi nostalgiche del passato, ma piuttosto ripropone temi cruciali per definire l’identità della nostra società: l’effetto disgregante dell’industrializzazione agricola e la distruzione della natura, l’elogio della lentezza e della parsimonia, il rispetto per la Terra, il senso di solidarietà delle piccole comunità e l’amore per il prossimo.


cosa penso del libro:

"Jayber Crow"di Wendell Berry è un romanzo lungo una vita. Il protagonista e narratore, ritrovandosi alla fine della sua esistenza, con la consapevolezza che quello che gli resta da vivere è meno di quello che ha vissuto, cerca di di ripercorrere, sul filo dei ricordi, le fasi salienti della sua vita.
Una prima parte del romanzo è dedicata alla difficile infanzia di Jayber, costretto a migrare da un luogo all'altro e continuamente in cerca del suo destino. Questa parte del romanzo mi ha colpita particolarmente dato che il protagonista indaga a fondo sul suo rapporto con Dio e con la religione. Le sue considerazioni sono molto interessanti e ragionate, mi hanno trovata perfettamente in accordo con lui.

Questo romanzo è anche un inno ai tempi che furono. Jayber guarda con nostalgia al passato e afferma che il progresso ha rubato alle persone più di quello che ha dato in cambio. Secondo lui poter raggiungere facilmente luoghi un tempo poco accessibili ha fatto perdere di vista la bellezza e l'importanza di ciò che è a portata di mano e poter venire a contatto con gente sempre nuova e diversa ha reso i rapporti umani meno duraturi e solidi, dato che anche le persone sono diventate sostituibili, intercambiabili. Jayber sembra compatire i giovani per quello che non potranno mai sperimentare, come far parte di una comunità molto legata o vivere semplicemente di quello che offre la terra.
Ogni generazione sente di aver vissuto un'epoca più felice e autentica di quella successiva per cui l'atteggiamento del protagonista è comprensibile, anche se non totalmente condivisibile da parte mia.

Jayber è il protagonista del romanzo e narra in prima persona la sua vita e quella della comunità di Port Williams. Egli non si limita ad esporre i fatti, ma introduce nel racconto anche le sue riflessioni e le conclusioni a cui è giunto dopo anni di osservazione.
Queste conclusioni peccano di totale parzialità dato che si fondano spesso su deduzioni ispirate dagli atteggiamenti e dai "non detti" dei suoi concittadini, ma dato che il lettore non può avere un secondo punto di vista è costretto a assumere per vero ciò che Jayber ritiene lo sia. Non posso negare un certo fastidio... Io sono abituata a libri corali, dove tanti punti di vista si susseguono e accavallano, e amo anche i libri con un narratore esterno onnisciente, che scava nell'intimo di tutti i personaggi dandone descrizioni accurate e super partes. Non sono affatto abituata a questo tipo di narrazione, e forse non fa per me: sono arrivata a pensare al protagonista come ad un uomo presuntuoso e arrogante, e non è un bene.

Nel complesso il libro è piacevole, si legge facilmente e fornisce uno spaccato realistico dell'america dei primi del '900, forse mi sarei aspettata più storie di tutti gli abitanti della città e non che l'occhio del protagonista si concentrasse solo sui pochi le cui vite hanno maggiormente influenzato la sua. Ma dato che l'autore ha dedicato altri libri al villaggio di Port William, forse potrò soddisfare maggiormente la mia curiosità in futuro, leggendo "Hannah Coulter", già pubblicato da Lindau!

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