Sono finalmente pronta per annunciarvi la vincitrice della copia del libro "Libero arbitrio" messa in palio dall'autrice Caterina Armentano! Se ricordate, per partecipare al giveaway era necessario postare la vostra domanda all'autrice e sarebbe stata lei stessa a scegliere la sua domanda preferita e, di conseguenza, il vincitore della copia in palio! Caterina è stata così gentile da rispondere a tutte le domande da voi posta, ne è risultata una bella intervista che sono molto contenta di girarvi! Alla fine saprete chi ha vinto la copia in palio. Se non ricordate qual è il libro in palio QUI trovate la mia recensione.
Che cos'è per te la scrittura? (domanda di Lady Debora)
La scrittura per me è molte cose: è una necessità, quando mi devo liberare delle ombre, quando devo esprimere la mia gioia o la mia indignazione. È il mio occhio sul mondo quando devo raccontare la realtà, ciò che mi circonda. È una spada con la quale posso combattere qualsiasi cosa, una bacchetta magica che mi consente di trasformarmi in chiunque, è una chiave che mi da’ la possibilità di aprire tutte le porte. La scrittura è la mia casa, il mio rifugio ma allo stesso tempo è l’occhio del ciclone che mi sballotta da una parte all’altra. È la mia traccia nel mondo, il mio modo di esprimermi, il mio amico immaginario.
Un romanzo pervaso dalla quotidiana realtà di tante donne comuni, ma che una ad una regalano una luce in più alla verità dei giorni nostri...la mia domanda è:
Visto che ha messo così tante donne come protagoniste del libro, vorrei sapere se l'autrice si rispecchia in una di loro? Se sì, in quale? Ha forse raccontato una piccola parte di se stessa nel romanzo? (domanda di fraghi88)
Tante donne tante parti di me: luce e ombre. Con Ester condivido l’amore per la letteratura, il desiderio di indipendenza. Con Rebecca le borse giganti e strapiene, la voglia di migliorarmi e il rispetto per gli altri. Nessuna di loro è realmente me stessa ma non posso neanche affermare che nessuna di loro non sia me stessa perché mentirei. Hanno piccole parti di me allo stesso modo in cui il lettore rivede se stesso in uno dei personaggi, ciò accade anche quando non si è l’artefice della storia. Il romanzo non è autobiografico, non racconto me stessa ma posso dire che è stato profetico: quando lo scrissi non avrei mai immaginato che con una delle protagoniste avrei condiviso un grande dolore.
Quali emozioni ti trasmette la pagina quando inizia a diventare zebrata...cioè quando inizi a scrivere e crei il tuo romanzo o racconto o poesia... (domanda di LadyMaker)
La pagina è parte di me, una sorta di prolungamento del mio corpo. Quando scrivo è come se mi coccolassi, come se mi viziassi. Non è un rapporto conflittuale, come accade ad alcuni colleghi, la parte difficile è la revisione, quando devo smembrare quello che ho scritto. È come se tradissi le parole, l’idea iniziale. La pagina è un nuovo inizio, un nuovo viaggio.
Caterina, scrivi lo stesso genere letterario che leggi? (domanda di ily4da)
Sì e no. Mi spiego meglio: io apprezzo molto i classici e la letteratura sudamericana. Sono una patita di fantasy (e una grande lettrice) ma non disdegno thriller e horror. Ho scritto delle fiabe e dei racconti fantasy, sto lavorando a un romanzo dello stesso genere ma la mia vera passione è raccontare la realtà in chiave magica: il realismo magico della Allende, di Marquez , di Sepulveda. Ci riuscirò mai? Non so dirlo ma i miei punti di riferimenti sono questi. Quando leggo i grandi classici mi prostro in segno di assoluta devozione, credere di poter fare tanto sarebbe presuntuoso ma chissà fra duecento anni magari quando leggeranno Caterina Armentano …
La trama del suo libro mi attira molto. Le protagoniste sono ispirate a persone reali? (domanda di gabejul)
Alcune sì ma naturalmente ogni personaggio è un pezzo di puzzle al cui interno è diviso in altri pezzi di altri mille puzzle. Sono persone che diventano personaggi con un po’ delle loro esperienze e un po’ quelle degli altri …
Sul web trovi, più che nel vis a vis, critiche poco costruttive sul tuo lavoro di scrittrice? (domanda di angela mammasuperabile)
Deve essere onesta: non mi è mai capitato né nel rapporto vis a vis né tantomeno attraverso internet. Persino chi ha poco apprezzato il romanzo ha sempre trovato qualcosa di positivo in esso tanto da farmi esclamare in : “ma questa è una recensione negativa?”. Sarà che credo molto nella gentilezza, nella disponibilità e nel confronto. Mi è capitato, lo scorso anno, di scambiare il mio romanzo con quello di un collega. Il romanzo del mio collega l’ho apprezzato moltissimo ma, lui non ha apprezzato molto il mio, tanto che ha evitato per un po’ di dirmelo convinto che mi sarei sentita offesa. Invece così non è stato. Quando ho scritto “Libero arbitrio” sapevo di intraprendere una strada tortuosa e in salita: è un romanzo particolare, con tanti personaggi, con una struttura a incastro. Quello che non apprezzo sono gli appunti sulle mie scelte professionali ed editoriali. Il percorso è mio, le dinamiche che mi hanno portata ad alcune scelte le conosco solo io per questo non permetto a nessuno di insinuare il naso in faccende personali.
Qual è la domanda che vorresti ti fosse fatta e quella che mai vorresti sentire? (domanda di mm2)
Perché hai deciso di raccontare in “Libero arbitrio” di donne maltrattate? Non hai temuto che un tema così ostico potesse rendere il romanzo di nicchia?
Quella che non sopporterei proprio: perché scrivere solo di donne, disprezzi il mondo maschile?
Come dicevo sopra quando ho deciso di scrivere “Libero arbitrio” ho fatto anche alcune scelta difficili: non eliminare nessun personaggio femminile: ognuna di loro rispecchia una faccia della maternità, una diversa personalità: quindi una diversa donna/mamma/moglie e soprattutto diverse generazioni di donne. Gli uomini: non li ho relegati a semplici burattini, li ho lasciati in sordina, dietro le quinte perchè non volevo raccontare il loro vissuto, no per sminuirli ma non erano necessari ai fini della trama. Ho fatto una scelta ben precisa: parlare di donne, se mi fossi messa a raccontare anche degli uomini il libro avrebbe perso il tema principale. È come scrivere la biografia di un personaggio famoso: alcuni personaggi sono comparse, uno solo è il protagonista! Ester, Rebecca e le altre donne non sono donne infelici che non hanno mai avuto esperienze positive nella loro vita, sono donne comuni che sono andate a scuola, hanno studiato, si sono innamorate, si sono ubriacate, hanno fatto sesso in posti insoliti ma, non volevo raccontare questo, io volevo raccontare un breve periodo della loro vita, un lasso di tempo. Tra il prima e il dopo c’è l’immenso e l’infinito ma quella è un’altra storia. Se questo rende il romanzo di nicchia non mi preoccupa, io racconto la realtà poi sta agli altri decidere cosa farne di questa mia storia.
Dopo aver letto molte recensioni e pareri sul tuo libro,sia negativi che positivi,potessi tornare indietro a prima della pubblicazione, cambieresti qualcosa o lasceresti il tutto cosi com'è? (domanda di Lucrezia)
Sai ci ho riflettuto tante volte. Ma non cambierei nulla, sarà presuntuoso da parte mia ma faccio caro un consiglio di un professore a cui sono molto affezionata. Lui qualche tempo fa mi disse che con il passare degli anni la mia scrittura sarebbe cambiata a causa degli eventi, delle esperienze personali, della mia esperienza lavorativa, da una sorta di evoluzione culturale conseguente al rapportarmi con altri autori e dalla lettura di altri titoli. Libero arbitrio l’ho scritto tredici anni fa: allora non ero sposata, non ero madre, non avevo completato il mio percorso di studi, alcune persone erano ancora con me … non avevo perduto tante persone in poco tempo …ero un’altra persona simile alla me stessa di adesso ma diversa. Oggi sono una donna e guardo il mondo da un’altra angolazione e scrivere “Libero arbitrio” diventerebbe ancora più difficoltoso, perderebbe di pathos, perché di certo abbandonerei i sentimenti di pancia per una struttura più corretta da un punto di vista sintattico. Per questo non cambierei nulla, lascerei tutto com’è tranne una più attenta revisione dell’editing, l’editor ha lasciato dei refusi che mi infastidiscono non poco.
In questo mondo che non segue nessuna regola, dove con superficialità si sceglie di mettere al mondo una creatura indifesa, dove si ricerca un pò di comprensione dopo una perdita lacerante, dove con insistenza si insegue un sogno pur autodistruggendosi e lacerando in più frammenti l'anima, in questo vortice di visioni e modi di vivere, in che consiste il tuo "personale" libero arbitrio? (domanda di grazia.nicotra.75)
Spesso mi chiedo se è davvero possibile usufruire del libero arbitrio. Quando il mondo si apre dinanzi a noi con le sue brutture, le sue anomalie, le sue cattiverie, quando ascolto di uomini che torturano i propri simili, di bambini trucidati mi chiedo dove stia il libero arbitrio di ognuno di noi … siamo così trascinati, condizionati dal mondo che sta al di là della nostra psiche, del nostro mondo interiore … eppure nonostante ciò io credo che quelle due, tre scelte che cambiano profondamente il nostro percorso, quelle scelte che fanno la differenza appartengono al nostro personale libero arbitrio … il mio è stato quando dinanzi ai più brutti no, categorici della vita, a muso duro sono andata avanti e l’ho avuta vinta io … mentre tutto il resto diceva che sarei rimasta sconfitta …
Ciao sono Annalisa vorrei chiedere all'autrice se gli piacciono gli animale e se ne ha qualcuno? (Annalisa Sindaco)
Mi piacciono e anche molto. Ho avuto una grande fortuna: i miei nonni paterni abitavano in campagna e avevano una piccola casetta in montagna ( stile Heidi) e questo mi ha consentito di vivere “la Natura” come se fosse mia alleata e mia complice. Ho avuto l’opportunità di veder nascere un cavallino e soprattutto di tenere in casa un cagnolino, purtroppo la sua morte è stata un evento molto triste sia per me che per i miei fratelli, allora molto piccoli. Ho avuto come compagni d’infanzia gatti, pulcini e uccellini. Ad oggi non ho animali in casa, perché non avrei il tempo per accudirli come dovrei e soprattutto perché non ho lo spazio adatto alle loro esigenze ma, un giorno quando io e la mia famiglia traslocheremo in una casa più grande piacerebbe a tutti noi (soprattutto a mia figlia) adottare un cagnolino.
Da cosa deriva la scelta di narrare le vite comuni di donne apparentemente differenti e di esaltare invece la vita angosciosa di Ester, una "donna proiettata nel futuro", una donna differente dalle altre, questa donna vuole forse essere il simbolo di una concezione della vita e della nascita del tutto particolare? (domanda di rosita)
Tra tutte le donne di Libero arbitrio doveva emergere una storia che facesse da traino a tutte le altre, altrimenti il mio non sarebbe stato un romanzo ma una raccolta di racconti. Ester e Rebecca sono le due donne “fuor di chiave” direbbe Pirandello, donne che non stanno alle regole, non accettano quello che in molti chiamano destino. Ester, a differenza di Rebecca e di tutte le altre, ha una visione diversa del mondo: riesce a vedere il futuro. Attenzione però, non è una medium, non sogna il futuro degli altri, non vede i fantasmi ma fa un sogno, uno solo che le rivela il volto di una bambina … Ecco il realismo magico che penetra in una vita normale e trasforma Ester da donna “normale” a donna quasi “eletta” … una donna che dovrà pagare le sue scelte e soprattutto il fatto di non essersi fermata a riflettere su quello che accadeva. Più che una nuova concezione della vita o una nuova nascita Ester è la rivelazione del dolore di un gruppo di donne, la metamorfosi di tale sofferenza …
Per quale motivo hai scelto di permettere ad una delle tue protagoniste di sbirciare nel futuro? quale sogno incondizionato si aspettava di realizzare scoprendo il volto di sua figlia? (domanda di Sara Rota)
Questa mia scelta deriva da una domanda, un interrogativo: se conoscessimo il futuro, un piccolo pezzettino, una parte di esso quanto questo condizionerebbe il nostro percorso esistenziale e in che modo?
Il mio desiderio di dare una risposta seria a questo interrogativo mi ha spinta a cercare un modo per esprimermi al meglio attraverso un personaggio (Ester) conferendo al suo sguardo una sorta di “evoluzione”, una scintilla che le consentisse di sbirciare nel futuro … questo naturalmente ha cambiato il suo modo d’essere. Il sogno incondizionato di Ester, sembrerà banale ma è la felicità. Voleva una vita felice, una famiglia “normale”, visto che quella di origine era una famiglia “particolare” e per lei la felicità è sinonimo di figli …
Come hai iniziato a scrivere e perchè? (domanda di Arianna)
Scrivo da sempre. Subito dopo l’apprendimento della lettura sono passata alla scrittura e all’ inventare poesie e fiabe. La prima vera fiaba autoconclusiva l’ho scritta all’età di otto anni quando la mia maestra delle elementari mi prestò il romanzo: “Piccola principessa”, dopo averlo letto fu difficilissimo separarmene. La storia di Sara però mi ha spinta a mettere su carta le storie fantastiche che danzavano in me. La mia prima fiaba, in cui raccontavo la storia della principessa Sally, era un plagio bello e buono di Cenerentola, Biancaneve e la Bella addormentata nel bosco. Dopo averla corredata di disegni colorati a matita l’ho rilegata con ago e filo, la conservo ancora … non si sa mai un giorno potrebbe tornarmi utile!
Cosa ti ha spinto non a scrivere,ma a pubblicare?Cioè,molti si limitano a scrivere e a tenersi i propri scritti visto anche quant'è difficile per via dei costi o altro pubblicare un'opera. Forse perchè c'è un messaggio che vuoi trasmettere tramite le tue storie o e' un valore di denuncia sociale o pedagogico...O solo per il puro piacere di scrivere...Dimmi tu! (domanda di Veronica Carmen Schifini)
Fino al 2006 non avrei mai immaginato di poter pubblicare. Era un sogno ed ero convinta che sarebbe rimasto tale per sempre, no perché non credessi in me o in quello che scrivevo ma ero troppo timida, c’era del pudore in me, una sorta di “vergogna” nel mostrare agli altri quello che mettevo su carta come se consegnare a un pubblico il mio operato significasse mettere a nudo la mia anima e la mia mente e questo più che spaventarmi mi imbarazzava. Poi, spinta da mia sorella e da una cara amica, feci leggere alcune mie fiabe e racconti a un docente universitario e lui, commosso, mi disse che non consentire agli altri di leggere i miei scritti era puro egoismo perché dentro quello che creavo c’era un mondo che faceva riflettere e agitare gli animi. Mi spinse a pubblicare una raccolta di poesie … deve dire che una volta incanalata in questa strada non sono voluta tornare più indietro. Prima di tutto perché so che è la mia strada, in più scrivere, oltre al diario, a riflessioni personali o a scritti di scarso valore artistico, senza pubblicare che valenza ha? Io scrivo perché ho qualcosa da raccontare, perché voglio immortalare la realtà, il nostro periodo storico, sprazzi di vita altrui e raccontarli agli altri per intrattenerli, per farli riflettere, per inviare un messaggio, per lasciare ai posteri qualcosa del nostro tempo. E poi scrivere non costa nulla, (ci mancherebbe pure!) non ho pagato per pubblicare “Libero arbitrio” la 0111 Edizione è una casa editrice seria e onesta. Quindi i buoni motivi per pubblicare sono tanti, tra tutti dopo aver messo al mondo un figlio, anche se di carta, è giusto che vada per il mondo con le sue gambe!
Ed ora ecco le conclusioni finali dell'autrice e il nome del vincitore!
È stato davvero difficile scegliere la domanda “migliore” perché ognuna di essa mi ha dato la possibilità di esprimermi e di raccontare il mio romanzo, alla fine ho scelto Lucrezia perché è la domanda che più volte mi sono posta da sola!
Grazie Federica per la disponibilità e per la riuscita del giveaway non avrei mai immaginato che ricevesse così tanti consensi.
Buona lettura a tutti.
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RispondiElimina:D sono contenta si vede? <3
brava Federica a organizzare l'intervista, brava Caterina nel rispondere alle domande e complimenti alla vincitrice!
RispondiEliminaGrazie fragola!!! Troppo gentile
EliminaGrazie a tutti per aver partecipato. L'iniziativa è stata splendida e io mi sono divertita tanto.
RispondiEliminaUn abbraccio :)