venerdì 1 marzo 2013

Recensione: "Volevo essere una farfalla" di Michela Marzano




Titolo: Volevo essere una farfalla
Autore: Michela Marzano
Prezzo: 17,50€
Pagine: 210
Data di pubblicazione: Gennaio 2013
Editore: Mondadori
Collana: Strade Blu
Scheda aNobii del libro: 
Voto in stelline: 3 stelline e 1/2






Trama:

Michela Marzano è un'affermata filosofa e scrittrice, un'autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all'università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all'insegna del "dovere". Un diktat, però, che l'ha portata negli anni a fare sempre di più, sempre meglio, cercando di controllare tutto. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo. "Lei è anoressica" le viene detto da una psichiatra quando ha poco più di vent'anni. "Quando finirà questa maledetta battaglia?" chiede lei anni dopo al suo analista. "Quando smetterà di volere a tutti i costi fare contente le persone a cui vuole bene" le risponde. E ha ragione, solo che è troppo presto. Non è ancora pronta a intraprendere quel percorso interiore che la porterà a fare la pace con se stessa. "L'anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L'anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. (...) Oggi ho quarant'anni e tutto va bene. Perché sto bene. Cioè... sto male, ma male come chiunque altro. Ed è anche attraverso la mia anoressia che ho imparato a vivere. Anche se le ferite non si rimarginano mai completamente. In questo libro racconto la mia storia. Pensavo che non ne avrei mai parlato, ma col passare degli anni parlarne è diventata una necessità." Michela Marzano


cosa peso del libro:

Mi sono avvicinata a questa autobiografia sperando di scoprire qualcosa di più sull'anoressia, ma in realtà non è andata così, o meglio non solo. L'anoressia è solo uno dei temi trattati, il che è molto logico in quanto, come spiega la stessa Michela Marzano con queste pagine, l'anoressia non è una malattia ma un sintomo di un disturbo molto più grande e molto più profondo, che non coinvolge solo il corpo ma soprattutto la psiche ed è strettamente collegato alla vita di relazione di chi ne soffre.
Per questo motivo l'autrice arriva a parlare del suo rapporto conflittuale con i genitori, le sue difficoltà nel trovare l'amore e capire cos'è veramente importante nella vita.
Si parla di depressione, di analisi, della ricerca della perfezione non per se stessi ma allo scopo di essere amati e accettati dagli altri.
L'autrice dopo l'Università e il Dottorato è andata a vivere e lavorare in Francia e questo fatto è l'occasione per parlare di quanto sia difficile tradurre i propri pensieri in un'altra lingua e del fatto che le traduzioni letterali sono molto imprecise perchè le parole hanno un peso e un significato fondamentalmente diverso in ogni lingua, legato all'origine del vocabolo e anche al suo suono. Molti capitoli sono dedicati alle differenze tra Italiano e Francese.
Michela Marzano è una filosofa per cui inevitabilmente il libro risulta molto difficile da leggere in alcuni momenti. E' scritto come un flusso di coscienza ed è evidente che non è stata seguita alcuna scaletta. La cosa è apprezzabile, è possibile immergersi completamente nella mente dell'autore, peccato che questa volta l'autrice scriva un pochino sopra le mie possibilità. Alcune volte ho proprio perso il filo, per ritrovarlo solo dopo qualche paragrafo.
Nel complesso il libro non è affatto male, tuttavia penso che la frase in copertina, "Come l'anoressia mi ha insegnato a vivere" non sia veritiera. La mia impressione è che il sintomo sia stato curato, che l'analisi l'abbia aiutata ad accettare il suo carattere e a conviverci, ma non credo proprio che l'anoressia le abbia insegnato qualcosa. Forse l'autrice ha finalmente imparato a vivere, ma ci sono ancora tanta confusione e tanto dolore in queste pagine, per lo meno questo è ciò che ho percepito io leggendo, vi consiglio di leggerlo anche voi e farvi una vostra opinione.


Giudizio finale espresso con una bocca affamata:

Possiedo una collezione di bocche abbastanza vasta, non so neanche spiegarmi in perchè, semplicemente mi piacevano e le ho salvate in una cartella. Comunque dato che, com'è ovvio, non ho mai avuto occasione di utilizzarle, ma le trovo tutt'ora molto belle ed espressive, ho pensato che potessero tornar utili per sintetizzare il mio pensiero sul singolo libro. Ci provo!
La bocca adatta a "Volevo essere una farfalla" è questa:



Immagine un po' banale per un libro che parla di anoressia? Forse sì, ma quello che voglio aggiungere è che avrei voluto sapere di più del rapporto dell'autrice con il cibo, dei pensieri che le attraversavano la mente in quei momenti. Gli manca qualcosa all'essere un buon libro sull'anoressia, non gli manca niente per essere un ottimo libro sulla depressione e il male di vivere.

2 commenti:

  1. Complimenti per il blog. Molto interessanti le recensioni che proponi. E originale il giudizio finale. Condivido la passione per la lettura e anche per la scrittura, ma non conoscevo ancora Michela Marzano. Dovro' recuperare. Io stessa mi sto cimentando nella scrittura di racconti (di viaggio). Quest'anno ho riaperto un cassetto con tante storie dimenticate e le ho inviate a una casa editrice della mia zona (La Caravella) , che ha mostrato attenzione per gli autori emergenti, offrendo anche premi letterari. Chissa' che un giorno non mi ritrovi tra le vostre recensioni! :) Saluti Tania

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    Risposte
    1. Te lo auguro vivamente!
      Qualche anno fa avevo una passione sfrenata per i racconti di viaggio, ne ho comprati parecchio e alcuni devo ancora leggerli.
      Viaggiare è la mia passione ma ora come ora non me lo posso permettere per cui mi dedico ai libri e a viaggiare con la fantasia.
      Auguri per i tuoi progetti, ripassa quando vuoi ^_^

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